×

HOW TO SHOP

1 Login or create new account.
2 Review your order.
3 Payment & FREE shipment

If you still have problems, please let us know, by sending an email to support@website.com . Thank you!

SHOWROOM HOURS

Mon-Fri 9:00AM - 6:00AM
Sat - 9:00AM-5:00PM
Sundays by appointment only!

REGISTRA IL TUO ACCOUNT PER AVERE ACCESSO A DIVERSE FUNZIONI

PASSWORD DIMENTICATA?

DETTAGLI DIMENTICATI?

AHH, ASPETTA, ADESSO RICORDO!
Hai bisogno di aiuto? Chiamami +39 0588 88999 | Email elisa.grandoli@hotmail.it
  • MY ACCOUNT
  • |
  • SUPPORTO
  • LOGIN

Grandoli Alabastro

PERSONALIZZA
  • Home
  • Chi Sono
    • Elisa Grandoli
    • La Mia Bottega
    • La Mia Famiglia
  • Catalogo
  • Volterra e l’Alabastro
  • Generazioni Grandoli
    • Aulo Grandoli
    • Velio Grandoli
    • Elisa Grandoli
  • Diario di Famiglia
  • Assistenza
  • Home
  • Diario
  • Aulo
  • Il garzone e la mia vita di bottega
 
lunedì, 18 Febbraio 2019 / Pubblicato il Aulo

Il garzone e la mia vita di bottega

Descrivimi la bottega dove hai iniziato a far l’alabastraio.

Quasi tutte le botteghe erano scantinati, c’era un banco di legno o un tavolino, alcune sedie vecchie, che si reggevano proprio… coi piedi. Insomma, veniva utilizzato tutto ciò che era vecchio o rotto. Alle sedie, se aumentava la polvere d’alabastro accumulata per terra, venivano tagliate le gambe per arrivare all’altezza del banco: portare via gli scarti costava.

In bottega c’era anche lo spalmacetatoio: era una specie di cassapanca con una rete e il fuoco sotto; sopra veniva messo il lavoro a scaldare, perché prendesse meglio d’olio o il colore biondo, se veniva colorato.

Poi ci stavano gli arnesi; triangoli, raspe, seghe, scuffine, mazzuoli. Per chi lavorava a mano la bottega era così semplice.

Com’era l’apprendistato quando sei andato a fare il garzone di bottega?

Ti prendevano, stabilivano una cifra al mese tanto per modo di dire e ti commissionavano un compito che dovevi portare a termine. Essere ragazzo di bottega spesso voleva dire subire le angherie degli altri. A volte il principale se la rifaceva sul garzone per scaricare i problemi che aveva e approfittava della sua ignoranza.

Spesso l’alabastraio chiedeva all’apprendista di andare a prendere la “pietra speciale” usata per affilare i triangoli, un inganno perché tale pietra non esiste. Il garzone veniva mandato in una bottega, chiaramente dall’altra parte della città e, naturalmente, l’alabastraio che lo aspettava sapeva della prova e proseguiva col gioco. Dava all’apprendista una grossa e pesante pietra da trasportare a spalla o peggio ancora lo mandava in una missione impossibile con la pietra da quello che gliela aveva prestata, che, a sua volta, avrebbe detto che non era sua ma apparteneva a quello o a quell’altro, così il povero apprendista era costretto a girovagare per tutta la città. Se, dopo tutto questo, tornava e non si era ancora accorto dello scherzo, gli veniva ordinato di riportare la pietra al legittimo proprietario.

Erano cose così, senza senso, come lo scherzo del giornale: l’omo di bottega veniva bendato e gli si diceva: “te devi imparà a prendere la direzione. Se vai dritto con il dito e sfondi il giornale hai fatto bene.” Ma invece del giornale trovava la bocca di un alabastraio che gli mordeva il dito. Immagina te, bendato, l’impressione che faceva.

A me non è mai successo; stavo con un tipo troppo serio.

Oltre al mestiere che s’imparava a bottega?

La bottega era anche una scuola di vita perché, normalmente, il principale ti diceva come ti dovevi comportare, faceva un po’ anche da padre. Se c’avevi confidenza e se avevi un problema gli chiedevi un parere che poi alle volte ti rivelavano cose assurde. A me, per esempio, sui rapporti con le bimbe il Mezzetti mi ha consigliato sempre nella maniera sbagliata. Si, perché secondo lui il metodo era: “bisogna partire decisi, dare la fogata e se ci stà ci stà, e se non ci sta, pazienza.” Questo mi è rimasto impresso anche perché con qualcuna ho perso persino l’amicizia.

Da qualche parte ho letto che “nel microcosmo della bottega l’apprendista imparava ad amare la lirica e la politica”.

La lirica senz’altro, non c’era alabastraio che non conoscesse le arie più importanti di sette, otto, dieci opere liriche: la Tosca, il Rigoletto, l’Aida, Madama Butterfly, il Barbiere di Siviglia e via discorrendo. Il Mezzetti non era proprio un passionista, ma si cantava anche nella sua bottega. E mi ricordo che quando, a Volterra, arrivò la Tosca noi ragazzi di bottega si doveva andare a fa la coda al botteghino del Teatro Persio Flacco per comprare i biglietti.

La politica la potevi apprendere anche di fuori, ma nelle botteghe c’era il tempo per discutere. La mattina un’ora di colazione era quasi obbligatoria. Ci si ritrovava tutti insieme dalle 9 alle 10. Ogni gruppo di alabastrai aveva un punto di riferimento a seconda fosse primavera o estate: per noi, nei Borghi, era Lo Sgherro o le Balze nel periodo estivo. E si discuteva di tutto: di musica, di politica, di sport. In bottega si lavorava in tre o quattro insieme, e al banco c’era sempre la possibilità di parlare l’uno con l’altro.

E cosa succedeva?

C’era quello più aggiornato, quello più preparato che reggeva un po’ la situazione e quell’altri lo seguivano. Così se quelli più preparati appoggiavano l’anarchia o il partito comunista allora anche
gli altri gli andavano dietro.

Anarchici, comunisti, socialisti, antifascisti, anticlericali, liberi pensatori, come mai erano così politicizzati e sovversivi gli alabastrai?

Forse è dipeso dal mestiere stesso, anche per gli scultori del marmo di Carrara è stato uguale: la maggior parte erano anarchici. Forse è dovuto al fatto che non dipendevi da nessuno anche se poi, chiaro, dipendevi dai due o tre che ritiravano tutti i pezzi e li vendevano. Forse l’apertura di questo mondo dipende anche dai primi viaggiatori dell’alabastro che fecero le Americhe e le Indie e portarono idee e cose nuove. E poi eri così per reazione, perché eri sempre contro i ricchi, contro i padroni, contro la chiesa. Erano loro che dominavano.

LUCA CAIOLI, “Io, Il Pupo: Vita, opere e invettive di un alabastraio”, Ed. Collettivo Distillerie, 2018

Che altro puoi leggere

Il mestiere dell’alabastraio volterrano
La danza utopica di Virgilio Sieni
Gli inizi di una lunga avventura

Prodotti

  • Libriccini 10.00€
  • Acquario 250.00€
  • Chiave di Lettura 400.00€
  • Orecchini Movimento 15.00€
  • Piattino Linea Fiori VII 16.00€
  • Coniglietto 14.00€
  • Sigaretta Spenta 35.00€
  • Movimento II 120.00€
  • Cuore 7.00€
  • Elefante 10.00€
  • Orecchini a Bottone Cuore 5.00€
  • Pulcino 10.00€
  • Scarpa 400.00€
  • Madonnina 3 55.00€
  • Maternità 55.00€
  • Scatolina Fantasia II L 32.00€
  • Orecchini Coni 12.00€
  • Scatolina Fantasia I L 32.00€
  • senza nome 200.00€
  • Rottura 70.00€

CUSTOMER

  • Account
  • Shop
  • Carrello
  • Cassa
  • Contatti

INFO

  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Garanzia Legale
  • Qualità Garantita
  • Condizioni di Acquisto

DATA

Grandoli Alabastro
di Elisa Grandoli
Via di Sotto, 4
Volterra
P. IVA 02179240508

© 2019 Grandoli Alabastro | All rights reserved.
  • Home
  • Chi Sono
  • Catalogo
  • Volterra e l’Alabastro
  • Generazioni Grandoli
  • Diario di Famiglia
  • Assistenza
TORNA SU

This website uses cookies to provide you with the best browsing experience.

Find out more or adjust your settings.

Grandoli Alabastro
Powered by GDPR plugin
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.

Cookie strettamente necessari

Strictly Necessary Cookie should be enabled at all times so that we can save your preferences for cookie settings.

Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.